
Divulgazione scientifica
Tesi Federico Chiti su Salamandrina a Montaione
Articoli e ricerche scientifiche
Fedeltà al sito di riproduzione in Salamandrina perspicillata (Savi, 1821), studio presso ANPIL “Alta Valle del Torrente Carfalo”, Comune di Montaione, Firenze
di Federico Chiti
UNIVERISTA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE
Relatore: Prof. Giacomo Santini
Correlatore: Dott. Massimiliano Petrolo
Durante il periodo di riproduzione molti anfibi mostrano un comportamento di fedeltà al sito di riproduzione (Joly, 1989) compiendo tragitti anche molto lunghi come nel caso di Bufo bufo (Reading, 1991). Questo comportamento è stato riscontrato anche in Salamandrina perspicillata dove secondo Vanni (1980) e Della Rocca, Vignola e Bologna (2005), le femmine tendono ad arrivare all’acqua nella stessa area del ruscello anno dopo anno, e Angelini (2006) sostiene che gli adulti in ovodeposizione non si spostano lontano dai siti già visitati.
In questo studio sono state catturate e marcate 2279 Salamandrine dagli occhiali settentrionale tra il 2014 e il 2015 e sono state analizzati 1314 individui per i nostri scopi. Su 537 esemplari catturati nel secondo anno di campionamento 59 sono stati ritrovati in entrambi gli anni e 48 sono stati identificati come fedeli tramite il confronto di fotografie del pattern ventrale, elemento caratteristico con una spiccata unicità per ogni individuo.
Questo scarto è dovuto sia tassi di dinamiche di popolazione quali natalità, mortalità, immigrazione e emigrazione sia alla probabilità di ricattura dell’individuo, parametri non sono stati calcolati durante questo studio poiché focalizzato sulla sottopopolazione degli individui ricatturati.
Si sono riscontrate delle divergenze sui tassi di ricattura per ognuno dei tratti analizzati e si è riscontrato che il tratto 3 si differenzia in modo evidente sul numero di ritrovamenti ed ancor più marcatamente sul tasso di fedeltà di questo tratto. Nonostante questa discordanza i test mostrano un elevata significatività sul tasso di fedeltà degli individui ritrovati: con ciò si può affermare che quegli individui che sono sopravvissuti e rimasti all’interno dell’ANPIL “Alta Valle del Torrente Carfalo” hanno la tendenza di tornare nello stesso sito di deposizione durante il periodo di riproduzione mostrando un evidente comportamento di fedeltà al luogo dove sono state deposte le uova l’anno precedente. Questa abitudinarietà non si riscontra solo a livello spaziale ma anche a livello temporale. I test risultano significativi anche sui periodi di entrata in acqua che permangono simili nei due anni di analisi. Queste evidenze empiriche sono in accordo con studi passati (Angelini ,2006; Angelini , 2008).
Un appunto va a quel piccolo numero di individui che sono stati ritrovati e non sono fedeli al sito di deposizione. È stata riscontrata la tendenza di ritrovare gli individui infedeli più a valle
rispetto l’anno precedente. La maggior parte dei casi mostrano che gli infedeli al sito di deposizione mostrano fedeltà al tratto. Si può supporre che tali individui possano essere stati trascinati via dall’acqua in quei giorni dove ,una situazione meteorologica temporalesca aumenta notevolmente la portata e la velocità dell’acqua. Ulteriori analisi potrebbero dimostrare questa tipologia di eventi.
Solo 1 caso su 11 individui ha mostrato un comportamento anomalo, cioè è il ritrovamento avvenuto nel 2015 è stato più a monte.
Tornando al discorso sulle differenze dei ritrovamenti, si è supposto che vi potesse essere delle variabili di origine ambientale che influenzassero l’entrata in acqua e di conseguenza la fedeltà al sito di ovodeposizione. Durante il campionamento sono state rilevati non molti dati riguardo a queste caratteristiche ma si è riusciti comunque a eseguire dei test e individuare delle differenze.
Variabili come la tipologia di vegetazione nei dintorni del sito, che ricordiamo essere la caratteristica faggeta abissale relitta, aree ricche di carici, fino ad arrivare alla situazione più compromettente data dai rovi, aree alterate per l’effetto di tagli boschivi passati, e fattori chimico-fisici sono i principali elementi che differenziano i quattro tratti analizzati.
Con una PCA e successivamente con una DA (tenendo conto che queste analisi statistiche sono tipicamente usate quando si rilevano molte di variabili, mentre nel nostro caso abbiamo considerato solo sei caratteri ambientali) si è riusciti ad individuare quelle componenti e quindi variabili che sono in grado di discriminare i vari tratti (vegetazione e temperatura dell'acqua).Ogni tratto presenta delle peculiarità a se stanti dal punto di vista ambientale, quindi non è possibile associare la diversità ambientale con la diversità del numero di ritrovamenti. Tra l’altro si evidenzia una leggera somiglianza per alcuni caratteri il tratto 2, che è l’area di studio dove si è riscontrato maggior numero di ritrovamenti, con il tratto 3, che è la zona boschiva dove sono avvenute meno ricatture. Ulteriore osservazione utile a spiegare esaustivamente bene questo fenomeno è la possibile esistenza di una variabile nascosta non presa in considerazione in questo studio o addirittura ancora non scoperta e riconosciuta da altri studi etologici, che possa effettivamente influenzare il comportamento della Salamandrina di Savi congiuntamente al territorio e che quindi potrebbe risultare fondamentale per la discriminazione tra habitat in possibili studi futuri.
